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Visualizzazione dei post da gennaio, 2014

"Per diventare giovane" di Pablo Picasso

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Pablo Picasso (1881.1973) Per diventare giovane  ci vogliono molti, molti anni. Pablo Picasso

"Anita B." di Roberto Faenza

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Eline Powell e Robert Sheehan protagonisti del film "Anita B." Tratto dal romanzo di Edith Bruck Quanta stella c’è nel cielo , è appena uscito nelle sale l’ultimo film di Roberto Faenza “Anita B.” che aprirà le celebrazioni per la Giornata della memoria  allo Yad Vashem di Gerusalemme. Il film racconta la storia di una ragazza nell’Europa sconvolta del 1945: la guerra è terminata  e Anita B, sopravvissuta alla Shoah, si  Robert Sheehan trova su un terno che la sta portando in Cecoslovacchia. Non è un film sull’orrore dei campi di concentramento ma su quello che avvenne nei mesi successivi. Dice il regista Roberto Faenza: “Penso che la memoria sia oggi un dovere che esercitiamo davvero poco soprattutto nelle scuole. Facciamo poco i conti con il nostro passato, come se non ci appartenesse. Mi ha colpito un’idea suggestiva colta in un libro letto di recente: il contrario del termine oblio è giustizia. E’ proprio così: ricordando, si rende giustizia alle persone che sono

"La casa" di Emanuele Severino

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Emanuele Severino Ognuno di noi abita una “casa”, chiamiamola così. Attorno, a perdita d’occhio, la brughiera. Il fuoco è acceso, la tavola è imbandita. Ma capita, guardando verso la finestra, che il vento ci faccia credere di trovarci là fuori – e ci si dimentichi di dove siamo davvero. Si è “a casa”. Sin da prima dell’inizio dei tempi. Ci rimarremo in eterno; la casa sarà sempre più accogliente. E invece crediamo di abitare nella terra inospitale che ci ha ghermito col vento.. Stando là fuori diciamo: “Ecco il mondo, questa è la vita che ci è toccata.” Ci crediamo mortali. Ma quando si muore non si va da qualche parte. Ci si risveglia accanto al fuoco. Non più ingannati dal vento. Né intimoriti delle ombre e del gelo della brughiera. Emanuele Severino da Emanuele Severino L'uomo in debito cerca la libertà, Corriere della sera 13 gennaio 2014

Metodo Montessori: educare gli adulti attraverso i bambini

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Maria Montessori con una bambina I primi allievi della Casa dei Bambini di Maria Montessori furono una cinquantina di “bambini poverissimi, rozzi e timidi nell’aspetto, molto piangenti, quasi tutti figli di analfabeti” affidati alle sue cure il 6 gennaio 1907…L’edificio che ospitava la Casa dei Bambini, nel quartiere San Lorenzo a Roma, fu ristrutturato e riqualificato per farne delle case moderne, aerate, pulite, luminose e dotate di bagni e ascensori…affinché  fossero “il luogo per vivere legami famigliari in modo più intimo e solidale, più raccolto e partecipativo”. La presenza della scuola realizzava il principio della continuità educativa “tra scuola e famiglia, consentendo nel medesimo tempo di educare gli adulti attraverso i bambini”. La casa dei Bambini, che veniva pagata dai genitori col tener pulito lo stabile per risparmiare le spese di manutenzione era riservata ai piccoli del casamento. Il metodo adottato: suscitare nel bambino gioia e entusiasmo per il lavoro e