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Visualizzazione dei post da marzo, 2011

dal "Diario" di Manuela Dviri

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2 gennaio 2009: Fa molto freddo in questi giorni nel lembo di terra in cui vivono israeliani e palestinesi. Una settimana di guerra (ma che guerra è questa?) ha provocato centinaia di morti e migliaia di feriti, per la stragrande maggioranza palestinesi, ma mi rifiuto categoricamente di mettere sulla bilancia i loro morti da una parte e i nostri dall’altra per confrontarne i numeri: i morti sono morti, che siano israeliani o palestinesi, la sofferenza è sofferenza che sia israeliana o palestinese, e il dolore si somma e aumenta, e diventa a volte insopportabile, così che quando ti finiscono le parole ti verrebbe solo voglia di urlare, di dire basta, smettetela, è follia. 9 gennaio 2009: Oggi, in uno dei miei momenti di peggiore pessimismo, mi hanno tirato su il morale quattro signori di mezza età scatenati per la pace, innamorati della non violenza, invasati di amore per la vita. In nome di ciò in cui credono e a cui dedicano la loro vita, vogliono organizzare la prima “Marci

"Le donne" di Mariapia Bonanate

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Molte donne, tenendosi idealmente per mano, hanno attraversato e attraverseranno i secoli futuri con il coraggio che sale dalle loro visceri e dal loro utero, anche da quello che non partorisce fisicamente. Che lottano per la pace e la sopravvivenza, dopo aver capito come scrive Etty Hillesum che la vita è difficile ma non grave e che una pace futura potrà essere veramente solo se prima sarà stata trovata da ognuno in se stesso – se ogni uomo si sarà liberato dall’odio contro il prossimo, di qualunque razza o popolo, se avrà superato questo odio e l’avrà trasformato in qualcosa di diverso, forse alla lunga in amore.1 Le mie amiche suore sono rimaste, in prima linea, a combattere le loro battaglie con quell’arma segreta che risulta vincente: la donazione totale e gratuita di se stessi agli altri. Più che mai sole, nello smarrimento della società civile e religiosa, più che mai determinate a costruire un futuro dove la luce vinca il buio. Le ha preservate quella pienezza umana

Il costo della RAI

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gli operai in sciopero al cantiere di Pianello (foto di F.Troccoli) Abbiamo sempre pensato che il costo di certe trasmissioni RAI sia eccessivo, soprattutto oggi in cui tante fabbriche chiudono e si chiedono sacrifici a tanti operai e metalmeccanici. E invece ci accorgiamo, da certe notizie, che si va avanti con grande spregiudicatezza. L’ultima che ci è pervenuta riguarda il contratto che la RAI ha firmato con il Sig. Ferrara al quale viene affidato lo spazio che fu di Biagi. Ogni giorno, dopo il TG 1 , il Sig. Ferrara avrà la possibilità di dire tutto quello che pensa per 7 minuti e questi 7 minuti ci costeranno 3.000 euro alla volta. E questo per ben 3 anni. Notizie di costi favolosi sentimmo già nel momento in cui la RAI rinnovava i contratti con Bruno Vespa, Michele Santoro e tanti altri conduttori televisivi. Per non parlare poi del Festival di Sanremo.Forse la RAI dimentica che c’è una moltitudine di famiglie che appena riesce a raggiungere 1000 euro al mese. E’

Evitare il fondamentalismo e il sincretismo

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Angiola Codacci Pisanelli de L’espresso ha intervistato Gianfranco Ravasi sul Cortile dei gentili, Ne riportiamo una parte: Com'è nata l'idea del "Cortile dei gentili"? "Il punto di partenza è un discorso che Benedetto XVI ha fatto a Natale del 2009, quando ha auspicato che si creasse uno spazio di dialogo tra credenti e non credenti, dove gli uomini possano interrogarsi su Dio anche senza conoscerlo. Quindi era uno spazio di dialogo ma anche di separazione netta. "Sì. Noi invece vogliamo che, pur rimanendo ognuno nel suo territorio, ci si confronti e ci si ascolti. Perché, come ha detto il cardinal Martini, capita anche al credente di scivolare sotto il cielo dell'incredulità". E si comincia all'Università di Bologna. "Tengo a sottolineare che non è un'iniziativa ecclesiastica: la organizza l'Università. Io farò il saluto, insieme al rettore, ma a dialogare saranno laici, non "professionisti del sacro